Inventato da Emmanuel Rolland nel 1991
Questo attrezzo sconvolge tutte le nostre idee sul lavoro della terra.
"Girare la terra senza girare l’attrezzo" Vangare tra gli spazi coltivati senza scalzare gli ortaggi ha permesso all’inventore di realizzare la coltivazione permamente del suo orto. La terra, imprigionata tra le tre superfici dell’attrezzo, non è solo parzialmente rigirata ma anche dissodata per compressione tra il piede dell’utilizzatore e la superficie della terra. Senza meccanismo, senza solco d’inizio, la terra viene ribaltata sgretolandosi. L’attrezzo può essere utilizzato nelle terre leggere, in quelle fortemente argillose ma non in quelle sassose, là dove la vanga ordinaria viene sostituita da un tridente. Il giardiniere può utilizzarla nei cespugli di piante perenni, in particolare i rosai, senza pungersi troppo. Utilizzando il peso del proprio corpo, come uno judoka, si può ridurre lo sforzo. La profondità, lo sgretolamento sono facilmente controllabili con una spinta più o meno forte. L’attrezzo si dimostra un ottimo trapiantatore in quanto le piante restano nella zolla d’origine. Lo sforzo umano è considerevolmente ridotto, la velocità di esecuzione viene aumentata. Basta con i mal di schiena: il giardiniere potrà prolungare il tempo dedicato al giardino. La progressiva concimazione dell’orto con l’aiuto dell’attrezzo diventa molto precisa e di facile esecuzione. Il terriccio, il compost, il concime, la sabbia, il calcare delle alghe, i resti vegetali, e persino il letame possono essere introdotti progressivamente ad ogni “zappatura-vangatura” a 4, 8, 12 e 16 cm di profondità. Il giardiniere può esercitare in qualsiasi momento la propria capacità di giudizio e diventare il signore del proprio orto. I batteri aerobi e anaerobi vengono meno disturbati con questo metodo che con una vangatura tradizionale. La decomposizione dei residui vegetali interrati è facilitata dall’aria che può penetrare più facilmente nei primi strati. È necessario apprendere l’utilizzo di questo attrezzo come di qualsiasi altro utensile. Si tratta di perdere delle abitudini per acquisirne delle altre. In generale sono sufficienti due ore di lavoro “sul campo”, come hanno dimostrato le prove compiute con i miei amici. Innanzi tutto, bisognerà correggere la tendenza a sbattere la vanga per trattenere invece la terra nell’intraferro e riaffondare poi l’attrezzo circa 8 - 10 cm. più indietro. 1a Affondare e "riempire".
2a Estrarre ed indietreggiare di 8 - 10 cm. L’intraferro si riempe di terra. Il solco provocato dal taglio dell’intraferro rimane aperto. 3a Nuovo affondamento. La terra che esce dall’intraferro si capovolge e si rompe. Simultaneamente, assistiamo al riempimento dell’intraferro come all’inizio. "Terra spinge terra". |